venerdì 11 novembre 2016

11_11_11 La nascita del lupo e la "pressione di genere".


Sono passati 5 anni dall'uscita del libro e oggi 11 novembre 2016 posso raccontare un pezzo della sua vita, timida, piuttosto isolata ma coraggiosa: sono fiero di lui! Delle 1490 copie stampate a spese mie oltre 1200 sono state vendute. Quasi una per una, a volte una sola soletta in presentazioni in periferia, altre volte tante insieme in affollate conferenze. Certamente, per un libro senza editore, senza pubblicità, quasi senza libreria e senza recensioni da parte dei pur numerosi professionisti e professioniste della stampa che lo hanno conosciuto, direi che è stato un risultato che mi fa dire "ne valeva la pena". Intanto l'Italia mi sembra ulteriormente cambiata, andando mestamente verso una piccola e silenziosa palude bollente, la tensione sociale è ulteriormente diminuita e le donne continuano ad essere ammazzate dai mariti. Dal canto suo, la pubblicità stradale non fa una piega, continua per la sua strada, non cambia, non si rinnova, passa alle bambine come previsto, continua nella stanca scia di un'epoca maschilista che sta definitivamente tramontando ma loro non possono dirlo e fanno finta di niente. Danno le ultime batoste, gli ultimi micidiali colpi di coda. In questi 5 anni tante altre donne sono emerse sulla scena nazionale e mondiale, nei luoghi del potere a vario livello e ormai si comincia a sentire forte quella che mi piacerebbe chiamare "la pressione di genere", cioè la spinta che non può che essere destinata al successo dei milioni e milioni di donne che negli anni passati e difficilissimi del maschilismo "antropologico", cioè millenario, hanno studiato, hanno lottato, hanno capito, si sono fatte largo. Ora sono lì, a milioni, pronte, che sanno come si fa camminare un treno, come si programma l'economia capitalista e anche quella non capitalista, come si amministra una città, una banca, un corpo dei vigili urbani. Siedono nei banchi alti della politica,  della giustizia, della scienza, molto in alto e ci affiancano pronte a superarci. Dal canto nostro, come fa la pubblicità, noi uomini continuiamo a far finta di niente, crediamo che il nostro potere maschile sia eterno, sia biologico, ma non è più così. Tramontata la clava, inutile il muscolo, oggi si schiacciano tasti leggerissimi, si sfiorano schermi cristallini, si comanda con la parola e l'immagine. Cose immateriali, affidate al pensiero, al sapere-come-si-fa. La rivoluzione è finita, ma nessuno ce lo dice. Sarebbe utile a questo punto addirittura anticipare i tempi e cominciare già a discutere che tipo di potere sarà quello delle donne al potere, che destino avremo noi uomini lentamente scivolati fuori per nostra manifesta incapacità di restare lì, dove si comanda il mondo. Ci vorranno ancora degli anni, ma tutti i processi in via di formazione passano per strade lente e inarrestabili e sarebbe meglio interrogarsi fin da ora su quello che troveremo alla fine del sentiero. 
Intanto, non fate finta di niente anche voi e prendete in mano una delle ultime copie del piccolo, timido libro di un fotografo che tanti anni fa ci aveva creduto.