venerdì 3 luglio 2009

3 prostitute all'Agorà



La serata era calda ma non proprio come quelle ateniesi classiche. Si stava bene all'aperto nonostante la folla di turisti che rendevano le taverne simili agli autogrill. I quattro si aggiravano tra i tavolini malfermi e gli ospiti distratti. Avanti veniva la più alta, bella, lucida come una macchina uscita dal lavaggio, abito leggero nero con una linea nient'affatto ateniese, piuttosto milanese. Seno ben evidente con scollatura profonda, tacchi robusti e molto alti. Dietro venivano le due mezzane di altezza, non basse ma nemmeno statue come lei: diciamo due "quasi alte". L'abito identico, i seni pure e le scollature e le scarpe e i capelli e il colore della pelle pure ma venivano dopo, dietro, nella seconda linea. La più bella aveva il compito di fendere la folla e passare tra i tavolini distribuendo generose strusciate di lombi e cosce ai mangiatori che si fingevano meno distratti, per poi riemergere nei piccoli spazi liberi, come per riprendere fiato. In fondo, ma un po' in disparte veniva lui: il protettore. Un ragazzetto insignificante che, in altro contesto e con altri abiti, si sarebbe detto un pastore con le pecore. Qui era un protettore con la sua merce preziosa da esibire. Le vigilava da lontano per non intralciare il lavoro sporco. Sì sporco! le tre statue e statuette promuovevano sigarette! Oggetti che fanno venire il cancro ai polmoni. Con disinvoltura e senza proteste. O meglio... qualche protesta c'era da parte delle mogli, fidanzate, amanti che sedevano al tavolo con uomini a cui le tre si rivolgevano sfacciate. Qualche occhiataccia che veniva addolcita da un regalo più innocente dalla prima ammaliatrice: un accendino. Nero come il suo vestito. Giravano, volteggiavano tra i tavoli reggendo in mano un ridicolo espositore in plexiglas nel quale erano incastrati tre o quattro pacchetti anche loro neri. Le unghie all'ultima moda non rompevano lo scurore. Entravano e uscivano dalle file di sedie e tavoli, volavano oltre lasciando passare i camerieri che reggevano vassoi molti più prosaici ma meno dannosi alla salute. Ai nostri occhi erano uno spettacolo raccapricciante. Tre giovani donne che accettavano di esibire la propria sessualità attraverso un corpo apparecchiato ed esaltato come per una vendita, come per una processione erotica. Già! tanti secoli prima, in effetti, lì vicino passavano le processioni di vergini che salivano all'acropoli a rendere omaggio alla loro Athena. Queste ragazze certamente non potranno sapere quale brutta figura facevano ai nostri occhi perché sembravano contente, perfettamente nella parte. Loro non si sentivano delle prostitute. E come avrebbero potuto? Il loro protettore non concedeva una tregua nemmeno per bere un bicchiere d'acqua. Bisognava vendere, vendersi, essere efficienti, almeno terminare gli accendini che riempivano una brutta e goffa sacca di tela beige che pendeva sulla spalla della lunga ondeggiando pesante.