lunedì 6 dicembre 2010

Quando la pubblicità offre le risposte: Limoni 2

Basta avere pazienza. Già altre volte mi è capitato di vedere chiarito un mio dubbio – diciamo meglio un sospetto di sottintesi sessisti in una pubblicità – da parte della stessa azienda che aveva prodotto una prima campagna violenta e discriminante ma con un piccolo margine di incertezza. Il caso della ditta Limoni ha del meraviglioso: dopo la donna che si masturba dell'estate 2009 e quella nuda che mangia una palla dell'albero del natale 2009, per chiarire il loro pensiero in merito all'immagine della donna/cliente questa volta sono bastati solo 8 giorni dalla prima fotografia che ho scattato allo stesso megaimpianto il 22 novembre 2010 e il 1 dicembre quando la nuova mega-campagna viene a rafforzare il messaggio sessista della donna arrossata di rosso rossetto (palafitta n.3). Ora la donna viene presentata intera e completamente nuda in fattezze di bambola imbambolata, immobilizzata in una posa incomprensibile mentre si infila tra nastri rossi natalizi che la cingono come un grande pacco regalo. Per non smentire gli ultimi 60 anni di bigottismo ipocrita italico la nudità viene castigata all'altezza dei due capezzoli. Il capezzolo no! Vi mettiamo una donna nuda di 80 metri quadrati in Viale Tunisia a Milano per vendere trucchi e profumi ma il capezzolo non possiamo farvelo vedere. "Noi abbiamo rispetto per la donna", sembrerebbe di sentire nell'aria. La posizione inginocchiata sotto la scritta "annus splendidus" è incomprensibile come pure l'espressione estatica col dito indice dietro alla nuca. Non mi addentro in altre interpretazioni rocambolesche, mi limito perciò solo a segnalare questa modalità di rappresentazione alle donne che non avessero ancora deciso dove andare a farsi impacchettare come un bel regalo di Natale. Io, che donna non sono, l'avevo già deciso. Da un'altra parte.


Ico Gasparri


6 dicembre 2010


Palafitta n. 4 per Donne della realtà





6 commenti:

Anonimo ha detto...

orrenda.
sai vorrei il parere di qualcuno/a che apprezza questa foto. sono sicura che si fermerebbe solo all'esteriorità e non saprebbe esplicare una beata mazza dei contenuti sottintesi.

il dito è incomprensibile anche per me, ma se volessi pensare male direi che laddove c'è un buco esposto (perfino l'orecchio!) c'è qualcosa pronto a penetrarlo (il famoso dito).
visivamente mi suggerisce questo.

a me non piace nemmeno esteticamente, un corpo così spigoloso e tirato come le barbie. ma son gusti.

V ha detto...

Condivido a pieno. Piuttosto che scrivere alla Limoni, segnalate l'abuso alle autorità competenti. Io l'ho appena fatto. Riporto i link:
http://www.iap.it/it/modulo.htm
http://www.unar.it/

Grazie della segnalazione.

paola ha detto...

C'è qualcuno come te che sta ancora su una palafitta e riesce a vedere lontano o meglio a prevedere. dovremmo ascoltare di più chi come te ci sa raccontare ciò che non vediamo o non vogliamo vedere. grazie

Anonimo ha detto...

Grande post ico! complimenti..E' uno schifo..la publbicità mostra chiaramente un corto circuito presente nella cultura italiana quello tra la donna oggetto di tentazione da coprire in certi punti, perchè da scandalo e dall'altra parte quello della donna da scoprire in quanto questa forte tentazione è sfruttata economicamente.
Ne parlerò anche sul mio blog
Un altro genere di comunicazione!

ico gasparri ha detto...

in questi ultimi mesi si fa un grande parlare dell'IAP, istituto di autodisciplina della pubblicità. V ci consiglia addirittura di scrivere per segnalare queste pubblicità. Ebbene, vi sembrerà strano ma io chiederei addirittura lo scioglimento di questa cosa se solo fosse pubblica. Trattandosi di una cosa privata composta da privati che guadagnano con la pubblicità, mi limito a fare una piccola riflessione a tutti coloro che continuano a dire – evidentemente senza risultato alcuno – di scrivere loro. L'IAP non è un'istituzione pubblica e non tutela i nostri interessi. Gli unici che possiamo farlo siamo noi consumatori e consumatrici non acquistando più i prodotti così reclamizzati. Quindi, caro V, è a Limoni che devi scrivere dicendo che stavi proprio per andare in profumeria per natale ma hai fatto marcia indietro.
ico

Anonimo ha detto...

La penso come te, le pubblicità limoni sono scandalose, sembrano realizzate da incompetenti per quanto poca attinenza hanno con cio' che devono comunicare.
Per me è un'anzienda ridicola e promotrice di iniziative che mi lasciano sempre perplessa.
Per quanto riguarda l'opinione che ha delle donne: una mia amica ci ha lavorato e lo so bene come le trattano.
Cose che da una profumeria non ci si aspetterebbe (tutti pensiamo che la' non facciano niente e che siano per antonomasia luoghi, un minimo, puliti dove una persona abbia un cm di spazio vitale).
Magazzini che sembrano tuguri, la mia amica teneva i vestiti di cambio a terra, in certi periodi non hanno neanche la carta igienica e se la devono portare da casa.
E spcifico che sono solo due piccolissimi, e stupidi, esempi: i primi che mi sono venuti in mente.
La mia amica stava a dicembre fuori dalla porta del negozio in mezzo alla neve a fare entrare i clienti.
Cose che io mi immagino possano fare solo in Cina accadono proprio qua.
Una profumeria che io evito come la peste perchè la persona piu' "pulita" la' dentro cha la rogna.
Sara