lunedì 3 febbraio 2014

Mi guardo la faccia e mi tengo compagnia. Con tenerezza.

Guardo qualcosa che non c'è. Appoggiato alla ringhiera del porto di Genova durante gli ultimi minuti di una bella giornata di workshop trascorsa con le mie allieve e allievi del corso base di quest'inverno. Arriviamo a Genova in una giornata abbastanza calda e ci muoviamo piano nel centro storico. Alla fine mi appoggio ai ferri sul mare e nel mettermi in posa per un ritratto mi perdo a guardare nel vuoto. 
Ora che mi vedo in questo ritratto mi faccio tenerezza: non sono più giovane e i segni degli anni si misurano nella pelle più rovinata, nelle rughe sotto gli occhi, nei capelli bianchi che spuntano dal basco nuovo, nel silenzio dello sguardo. Il pullover ha almeno 15 anni e, lui sì!, si mantiene giovane. 
Ma cosa sto guardando? a cosa penso? Sicuramente penso ai giorni che stanno per venire, al giorno dopo, 27 gennaio in cui farò il trasloco dalla mia casa di convivente alla stanza da singolo che mi aspetta. Tanti interrogativi e soprattutto tanti vuoti davanti a me, senza alcuna certezza né sul prima da interpretare, né sul dopo da inventare, necessariamente diverso dal prima.
Ho gli occhi miti e l'espressione di uno che sa che ha perso troppe battaglie nella vita per aver ancora voglia di combattere. Mi sembro stanco dalla faccia e dall'espressione, ma ho una punta di sorriso, un sorriso che direi benevolo verso quello che ancora mi resta da vivere. Poco o molto che sia mi sembra che non vado di fretta.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

quanta dolcezza, ti farei una carezza

Joe Galanti ha detto...

Ho fatto tutto un giro tortuoso fino a imbattermi in questo suo blog, che non conoscevo. Quindi, dopo aver letto qualche testo, ho deciso che la seguirò. Confesso che le invidio i bei capelli grigi ma robusti... i miei se sono andati. Comunque mi vorrò bene lo stesso anch'io.

Joe