Dal silenzio mio al silenzio tuo.
Per sempre.
E io sto zitta
quando sento le tue urla
attraverso le pareti di cartone
che ci dividono però
come muri di pietra
e il tuo pianto
e il tumore della tua faccia
che urta contro uno schiaffo
nei giorni fortunati
e contro un cazzotto
in quelli più bui
e io sto zitto
quando arriva la voce di lui
che ti insulta
"puttana"
e ti soffoca l'aiuto nei denti
E noi staremo zitti
domani mattina
quando ti scontreremo viola sulle scale
con gli occhiali da sole
per mettere a scuola
i bambini
in un giorno di pioggia
E finalmente
poter tornare a casa da sola
e concederti il tuo solo lusso:
piangere
senza che nessuno ti colpisca
e nessuno ti veda
e nessuno ti senta
Così, da sola
in questo silenzio nostro
che ti distenderà nel marmo
nel giorno stesso in cui griderai
non più dolore
ma BASTA
Allora verremo tutti
a salutarti
gelida
se potremo vederti
e ti deporremo vicina alle sorelle
che avevamo già salutato prima.
Una fila scomposta
e senza fine
che ora diventa invisibile
oltre che muta
E quanto ancora resteremo
in questo silenzio
ad aspettare il marmo
che ci chiuderà sicuri
che noi no,
noi non potevamo far niente
per salvarle
Se solo queste pareti di cartone
potessero prendere vita per un attimo
esse ci sputerebbero in faccia.
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